Weekly Playlist N.15 (2023)

 

Tre giganteschi monoliti composti da chissà quali materiali extraterrestri svettano sopra il mescolarsi di nebbie aliene e rocce meteoritiche, inaccessibili alla fioca luce dei pellegrini dello spazio profondo giunti qui nella speranza di carpire il segreto definitivo, l’origine della vita. No, nessuno in redazione ha di recente subìto colpi di sole o crisi per il caldo; semmai a lasciare di stucco la cricca di Pagan Storm Webzine è stato per l’ennesima volta (quinta o sesta, chi lo rammenta più?) l’implacabile Menetekel, il quale tra un giro in montagna e uno in cattedrali ha alzato la posta puntando alle stelle, vera culla della civiltà almeno secondo quanto si vocifera nei solchi di Panspermic Warlords”, opera seconda della sua creatura Wyrgher. Il disco, prodotto dalla nostrana I, Voidhanger Records invece che dai sodali di sempre alla Eisenwald Tonschmiede, è uscito a fine luglio e potrebbe piacere a molti più potenziali acquirenti di quelli già infognati con l’etichetta sicula; e se non ci credete provate a sentire anche solo l’introduttiva “Dormant They Drift” prima di rendervi conto che vi sbagliate. Con le unghie e con i denti, questa estate 2023 qualcosa ce lo sta insomma regalando (a proposito, chissà se lo stakanovista francese per antonomasia saprà tenere il passo con l’elvetico Menetekel il 25 di agosto), ma ad ogni modo è ormai conoscenza diffusa che, appena spostato il calendario a settembre, le occasionali scosse udite sinora saranno niente rispetto all’armageddon in scena dall’1(1)/9: per dirne una, in mezzo a tutto quel caos stanno passando inosservati degli Imperial Crystalline Entombment carichi a molla per il loro ritorno dopo oltre un decennio in criogenesi, interrotto dal turbolento risveglio a suon di Ancient Glacial Resurgence” e dell’anche lei opener “Into A Frigid Bleak Infinity”. Voialtri però ci conoscete ormai bene, e sapete che i nostri cuoricini ameno per quella data sono in attesa soltanto della brigata svedese Marduk della quale, meglio ripeterlo, si attende il prossimo Memento Mori” manco fosse il giorno del giudizio: anche perché se davvero ci sarà un giorno del giudizio allora sarà compito di Mortuus accompagnarci dritti tra le fauci di Cerbero intonando la bestiale “Shovel Beats Sceptre” tra una vogata e l’altra.
Certamente per un gruppone della loro levatura cinque anni di silenzio stavano iniziando a diventare troppini, mentre di questi discorsi agli inglesissimi A Forest Of Stars non importa poi tanto, fermi come sono anch’essi al 2018 ma in ogni caso tutt’altro che addormentati tra aggiustamenti di formazione e composizione di nuovo materiale: vedremo come si evolverà la situazione di questi eccentrici sudditi di sua maestà, restii alle idolatrie e tuttavia capaci di farsi apprezzare sin dall’ormai non proprio vicinissimo 2012, quando A Shadowplay For Yesterdays” e la qui presente “The Blight Of God’s Acre” venivano rilasciati tra lo scalpore di addetti ai lavori nel settore più weirdo. Situazione pressoché opposta per degli Akhlys praticamente sulla bocca di tutti da un bel pezzo, e che con provvidenziale tempismo hanno annunciato di recente la loro prima calata italica al Centrale Rock Pub della mitica Erba in provincia di Como; dunque il 27 settembre si vedrà di partecipare anche noi a questa ghiotta occasione, in nome almeno di quanto ci avesse conquistato l’omonima traccia del grandioso The Dreaming I” ai suoi tempi.
Visto che siamo in vena di rimembranze, e soprattutto abbiamo per oggi esaurito il resto delle proposte, capita proprio a fagiolo sebbene con leggerissimo ritardo il primo anniversario nella forma del quindicenne Kaoscult”, ossia una delle molteplici perle di cui ci hanno saputo far dono i norreni Helheim persino in periodo meno reclamizzati come il 2008, del quale “Northern Forces” è validissimo, quasi piacione antipasto prima di un riascolto integrale. Non solo grandi ricorrenze, ma anche grandi articoli si sono susseguiti a ritmo frenetico nella home page con la pubblicazione di qualche chicca ripercorsa dalle savie parole della rubrica periodica Darkest Past, o meglio di due pesi massimi entrambi dalla granitica Svezia: al 2003 risale la clamorosa svolta imposta da Dödsfärd”, prima autentica bomba piazzata dai Månegarm il cui potenziale finalmente a pieno regime furoreggia anche su “Ursjälens Visdom”; mentre le sciabolate dell’immortale David Parland che rendono così letale “Unholy Prophecies” ci riportano al 1993 quando a settentrione si cercava ancora il modo di transitare da Death a Black Metal, tragitto musicato dai Necrophobic del mostruoso esordio The Nocturnal Silence”. Tra i venti e i trenta anni ci sta del resto il famoso quarto di secolo, che il Sacro Culto” ad opera degli italici Opera IX aveva già compiuto ad aprile, e ciononostante ecco fare finalmente la sua comparsa “The Oak” per portare un po’ di orgoglio nazionale in attesa del diabolico finale, che ai Marduk aggiunge una seconda dose di Arioch per il venticinquennale di Devilry”: ovvero il mini-album all’origine dell’incubo conosciuto come Funeral Mist distribuito presso i peggiori rigattieri di malignità sempre nel 1998. Spazio allora all’ultimo valzer sulle note di “The God Supreme”, prima di ritornare polvere una volta ancora.

Ascoltatela interagendo con il tasto play sottostante. Buona scoperta!

 

1. Wyrgher“Dormant They Drift” (from Panspermic Warlords”, I, Voidhanger Records 2023)

2. Opera IX“The Oak” (from Sacro Culto”, Shiver Records 1998)

3. Imperial Crystalline Entombment“Into A Frigid Bleak Infinity” (from Ancient Glacial Resurgence”, Debemur Morti Productions 2023)

4. A Forest Of Stars“The Blight Of God’s Acre” (from A Shadowplay For Yesterdays”, Lupus Lounge Records 2012)

5. Helheim“Northern Forces” (from Kaoscult”, Dark Essence Records 2008)

6. Akhlys“The Dreaming I” (from The Dreaming I”, Debemur Morti Productions 2015)

7. Necrophobic“Unholy Prophecies” (from The Nocturnal Silence”, Black Mark Production 1993)

8. Månegarm“Ursjälens Visdom” (from Dödsfärd”, Displeased Records 2003)

9. Marduk“Shovel Beats Sceptre” (from Memento Mori”, Century Media Records 2023)

10. Funeral Mist“The God Supreme” (from Devilry” (EP), Shadow Records 1998)

Michele “Ordog” Finelli

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